CANE DA PASTORE DI CIARPLANINA | LA SECONDA PARTE
La pacifica convivenza
Architetti Monica Zambernardi e Giuseppe Brollo
Alleviamo cani per passione …
In una famiglia di Ciarplanina la pacifica convivenza é governata da regole gerarchiche molto rigide: il padre domina indiscusso su tutta la prole e sulla femmina, questa a sua volta domina sui figli naturali e sui cuccioli di altre fattrici introdotti.
Il figlio maschio in maturità entra in competizione violenta con il padre, motivo per cui sarebbe meglio avere un unico maschio nell’allevamento.
I maschi infatti non sono gregari e, come nel nostro caso, la sopravvivenza tra padre e figlio fu possibile perché padre e figlio non custodivano mai contemporaneamente lo stesso territorio e non possedevano le stesse femmine se non in tempi differenziati, pena la morte.
I maschi hanno generalmente un’espressione più morbida, meno intensa e “intelligente” rispetto le femmine, apparentemente sembrano più bonari sono in realtà più determinati, temibili e talvolta incontrollabili nella difesa del territorio da estranei e cani.
Mal sopportano l’addestramento e i rimproveri violenti.
E’ spesso inutile sgridarlo, perché capisce perfettamente ciò che ci si aspetta da lui e obbedisce volentieri, purché ci si rivolga a lui con serietà e determinazione.
Sono generalmente cani molto riservati, sembrano svogliati e apparentemente autonomi, in realtà sono sempre molto vigili anche quando dormono e sono legati profondamente al padrone e alla famiglia, guidati dall’istinto di possesso e difficilmente scappano.
Sono facilmente conducibili in pubblico, nel qual caso la loro vigilanza si riduce e la reazione non avviene se non viene invasa una circonferenza immaginaria di non più di un paio di metri.
Amano però stare prevalentemente a casa propria, se però si abituano ad uscire capita che questo diventi per loro un momento speciale di grande gioia.
Non e’ un cane da addestrare con gli stessi parametri con cui si affrontano altre razze quali Pastori Tedeschi o Dobermann, lo si snaturerebbe e comunque non si otterrebbero mai i risultati che ci si attende perché non ama essere meccanizzato, il suo dovere è un messaggio genetico.
Il nostro capostipite, Dante, é stato iniziato a tale disciplina ma l’ordine gli risultava talmente odioso e provocatorio che ogni volta rispondeva alzando la zampa posteriore verso il padrone spruzzandolo audacemente di urina per ricordagli che lui non ha bisogno di sentirsi dire cosa deve fare.
Le femmine che per natura sono più gregarie e protettive specialmente dei bambini, rispondo in maniera più soddisfacente all’addestramento purché si tratti solo di obbedienza.
Comunicazione - cane, proprietario e la famiglia.
Un’ altra situazione che può creare confusione nell’esercitare la guardia é quella in cui il cane viene lasciato sempre libero nel proprio territorio e libero di socializzare con tutti oppure quella in cui il cane non prende reale possesso del territorio se viene costantemente lasciato nel suo recinto e aperto solo per andare a passeggio con il padrone.
Una femmina di Ciarplanina, da noi ceduta, allevata in appartamento non ha mai sviluppato la struttura fisica ed il sottopelo che tanto vanto fa della razza, abituata al contatto continuo con gli umani della famiglia e degli estranei ha sviluppato fintanto che l’abbiamo avuta in osservazione, un carattere remissivo e timoroso, appoggiato alle figure forti della casa.
Anche altri cani da noi ceduti e tenuti liberamente in casa, non isolati dagli estranei, ma portati a socializzare quotidianamente con una continua sequela di persone, senza un territorio “privato” seppur minimo da governare o proteggere non sono riusciti a sviluppare un carattere equilibrato ed affidabile, i più sono apatici, timorosi e poco reattivi; lo stesso per i cani con un padrone (o famiglia) di poco polso e propensi ad instaurare con il cane un rapporto vizioso e viziato.
A questo proposito abbiamo sviluppato la proposta e la sperimentazione con i nostri cani di un programma di rieducazione e di utilità in una casa di reclusione, introducendo il Ciarplanina come cane delle carceri con il molteplice scopo di farne il guardiano d’elezione e, forse più importante, farne il compagno del personale preposto alla custodia.
Purtroppo il programma originario è rimasto sulla carta e attende ancora una sua attuazione.
La popolazione slava con cui siamo entrati in contatto al principio della nostra avventura di allevatori si è dimostrata ottima conoscitorice della razza anche se meno attenta agli aspetti comportamentali e di rapporto affettivo con il padrone, più attenti allo standard e a narrarne con orgoglio gli aspetti leggendari, ma pur sempre depositari di quella che é l’anima di questa razza.
Basta vedere uno dei film di Emir Kusturica “Gatto nero Gatto bianco”, oppure “Prima della pioggia” di Milcho Manchevski per sentire quanto il Ciarplanina appartenga al mondo balcanico é un duro che possiede una sensibilità fuori dal comune, é il cane del capo!
Pubblicazioni sui nostri cani:
Stefano Nicelli, Un campione di antiche virtù, in “Argos”, n. 96, ottobre 1995
Valerio Travi, Il pastore di Ciarplanina, implacabile guardiano, in “Argos”, n. 122, dicembre 1997
Il Pastore della Ciarplanina, in Work Dogs, n.64, dicembre 1997
Dossier. Il pastore di Ciarplanina, in Notes Dog’s News, n. 63, 1999
Dog & Dogs, guida cinofila, Edizione 2000, Editeco Milano
Sito: www.boschidi-cesate.it